Mindfulness

La mindfulness è una pratica terapeutica elaborata a partire dagli anni Settanta del secolo scorso dal medico americano Jon Kabat-Zinn ed impiegata per il trattamento dello stress. Quasi tutti gli esercizi sono ripresi dalla tradizione della meditazione buddhista vipassana, che pur inserita in una visione del mondo religiosa può essere praticata senza alcun riferimento religioso o ideologico, consistendo in una presa di contatto fenomenologica con sé stessi, partendo dal respiro e dalle sensazioni corporee per giungere agli stati mentali. L’intuizione di Kabat-Zinn è stata quella di elaborare un protocollo scientifico a partire da queste pratiche. La metodologia ha mostrato una notevole efficacia anche in campi diversi dal trattamento dello stress, come la prevenzione della recidiva della depressione. La rapida diffusione della mindfulness ha influenzato profondamente la psicoterapia, caratterizzando il passaggio alle terapie cognitivo-comportamentali di “terza onda”. Secondo la terapia cognitivo-comportamentale, diverse forme di malessere psicologico nascono dai pensieri ricorrenti, che danno vita ad una visione del mondo distorta, che agisce come un circolo vizioso. L’intervento terapeutico consisteva nel cercare di cambiare questa visione del mondo sostituendola con una più positiva. L’introduzione della mindfulness provoca un cambio di paradigma: centrale per il successo della terapia non è il cambiamento dei pensieri da parte del paziente, ma la maturazione di un nuovo atteggiamento verso i propri pensieri e stati mentali, basati sull’accettazione e il non-giudicare (un atteggiamento che è proprio della mindfulness, che porta a contatto con i propri stati fisici e mentali senza giudicarli).
Avendo efficacia terapica, la mindfulness può essere usata per affrontare diverse problematiche proprie dell’adolescenza che hanno influenza sullo studio e l’esperienza scolastica. Di fatto, non pochi adolescenti con disturbi legati allo studio ricevono un trattamento psicoterapico basato sulla mindfulness. Ma la pratica può essere anche inserita tra le attività scolastiche, al fine di affrontare problemi come i disturbi di attenzione, l’iperattività, la violenza ed il bullismo e lo stesso burnout dei docenti. Una Mindful-Based Education (che in Italia si può tradurre con Educazione Basata sulla Consapevolezza, EBAC) può essere intesa come un modo per affrontare questi problemi, in un’ottica strumentale, ma può anche essere inserita in una più ampia riflessione pedagogica, che approfondisca in senso anche etico e politico il senso della consapevolezza, e consideri la pratica della meditazione come via per una formazione complessa e multidimensionale dello studente.

Bibl.: A. Vigilante, A scuola con la mindfulness. Riflessioni ed esercizi per portare l’Educazione Basata sulla Consapevolezza nella scuola italiana, Terra Nuova, Firenze; M. Valli, Il Buddha in classe. Insegnare e vivere consapevolmente, Xenia, Como-Pavia 2016.