Quindici tesi in sintesi

Tesi 1: Convinti che il fine giustifichi i mezzi, molti insegnanti e molti genitori continuano a mostrare scarsa considerazione per i bisogni psicologici fondamentali degli studenti. Il primo passo da compiere per iniziare ad affrontare l’enorme problema etico posto dall’accanimento pedagogico è nel ripensare la funzione docente come professione d’aiuto, negando che la bravura di un insegnante si possa misurare sui risultati di apprendimento degli studenti e sulla pressione che il docente riesce ad esercitare sullo studente. Le basi della professionalità docente risiedono nella capacità di promuovere un benessere fondato sul rispetto e sulla qualità della relazione. 

Tesi 2: Stimolare la curiosità intellettuale in una prospettiva che abbracci l’intero arco vitale dovrebbe essere una priorità del sistema di istruzione, incompatibile con l’esigenza di ottenere risultati immediati. Ridurre il processo educativo ad una serie di attività imposte sostenute da un sistema di incentivi produce effetti deleteri sulla motivazione ad apprendere. La scuola esercita meglio la propria funzione quando si preoccupa principalmente di affascinare, di creare desiderio, nella consapevolezza che non tutto ciò che si perde nell’immediato è perduto per sempre. 

Tesi 3: Il fine della scuola è la realizzazione di una autentica democrazia. Una società democratica è una società che ripensa le proprie dinamiche sociali ed economiche affinché nessuno sia sospinto al margine. 

Tesi 4: Poiché l’essenza della democrazia è il dialogo, il dialogo dev’essere la pratica centrale della scuola. La scuola dev'essere il luogo in cui è possibile un confronto aperto, costante e profondo tra insegnanti e studenti. 

Tesi 5: Una scuola dialogica è una scuola che ripensa la relazione educativa come relazione simmetrica e dinamica. Al di là delle differenze individuali, studenti e insegnanti sono impegnati in una impresa comune: l'educazione. L'educazione non è una azione che un soggetto compie su un altro, ma il risultato di uno scambio aperto e reciproco di più soggetti. 

Tesi 6: La classe scolastica deve pensarsi come una comunità di ricerca. Passare dalla trasmissione del sapere al lavoro comune di ricerca della conoscenza trasforma la classe, unità burocratica, in una comunità. Studenti e docenti sono ricercatori che non acquisiscono un sapere già dato, ma lo rielaborano, ripensano, approfondiscono, producono. 

Tesi 7: Il confronto aperto sugli inevitabili conflitti è un momento centrale del lavoro scolastico. Non esiste comunità senza conflitto. Affrontare il conflitto con gli strumenti tradizionali della sanzione disciplinare calata dall'alto non consente alcuna crescita. Il ragionamento sulle regole dev'essere comune, e i conflitti vanno affrontati con gli strumenti della ragione e del dialogo. 

Tesi 8: La scuola ha bisogno di riflettere criticamente su sé stessa (metascuola). Insegnanti e studenti devono fermarsi costantemente a ragionare e discutere su quello che stanno facendo a scuola. Perché la scuola? Perché lo studio? Come fare scuola? Se non si è in grado di rispondere a queste domande, la scuola perde significato e diventa frustrante. Ma la risposta va cercata insieme. 

Tesi 9: La scuola dev’essere un laboratorio di critica sociale. Questo non vuol dire che a scuola si debbano insegnare concezioni critiche verso il sistema e cercare di formare dei rivoluzionari: ciò sarebbe indottrinamento. Vuol dire, invece, che nella scuola si discute in modo critico del sistema sociale, economico, assiologico. 

Tesi 10: La scuola dev’essere un laboratorio di critica culturale. Il suo atteggiamento dev'essere lo scetticismo, inteso positivamente come ricerca, interrogazione, messa in discussione sistematica. 

Tesi 11: La scuola deve formare all'impegno sociale. Si studia non per sé, ma per tutti. Si studia per contribuire alla vita della comunità. E non domani o dopodomani. Già ora lo studio nella comunità di ricerca scolastica è legato ai problemi della comunità e serve a trasformare lo studente in un agente sociale, in un soggetto impegnato ad affrontare insieme ad altri i problemi della sua comunità. 

Tesi 12: Viviamo in un’epoca di enormi cambiamenti; tuttavia, molti dei problemi fondamentali del presente e del prossimo futuro sono del tutto assenti nell’insegnamento. Il passato schiaccia il presente, relegandolo a quella parte di programma che non si svolge per mancanza di tempo. Un curricolo così concepito ha la responsabilità di accrescere ulteriormente l’alienazione dell’individuo rispetto ai processi sociali che determinano la sua vita. Abbiamo bisogno di un insegnamento aperto all’interdisciplinarità forte e alla complessità, che aiuti le nuove generazioni a costruire uno sguardo critico sul presente. 

Tesi 13: La scuola dev’essere strutturalmente interculturale. Non si propone di sostituire il programma culturale tradizionale con una improbabile “cultura mondiale”. Ogni paese ha il suo punto di vista sul mondo, che trasmette attraverso la sua scuola. Ma è importante che questo punto di vista non sia dogmatico, miope, chiuso agli altri punti di vista. 

Tesi 14: La scuola deve occuparsi della formazione spirituale degli studenti, concepita in senso non religioso, ma esistenziale. Essa deve insegnare anche pratiche per la conoscenza di sé. 

Tesi 15: Il tempo della scuola non è il tempo del mercato. Nell’ottica del mercato, il tempo dev’essere produttivo, e nulla è condannabile più dell’ozio. La scuola acquista senso solo se il suo tempo e il suo spazio, il suo qui ed ora, diventano un tempo ed uno spazio nel quale vale la pena stare: un presente denso, significativo, nel quale si agisce, non si è agiti.